2 Capitolo, Il romanzo de"philanthropy"

« Older   Newer »
  Share  
Rostislav666
view post Posted on 4/9/2010, 01:26




Questo è solo una piccola parte, non è tutto
SPOILER (click to view)
CAPITOLO 2
Groenlandia
La fredda tempesta di neve non permetteva al CH-47 di muoversi in assoluta libertà. La visibilità pari a zero poi, complicava non poco le cose. Manovrare un bestione simile è un impresa di cui pochi piloti sono capaci e Otacon è rientra perfettamente in quella categoria. Nonostante il suo era solo un allenamento VR era abile quanto un pilota professionista. Il problema della visibilità era risolto con il navigatore GPS-soliton, un miscuglio tra il GPS normale e il radar soliton installato nel codec di Solid Snake. Il navigatore mostrava le immagini via satellite e la posizione in tempo reale, mostrando anche i vari edifici, veicoli e velivoli presenti in zona.
Solid Snake, seduto su uno dei sediolini per i passeggeri e respirava l’ossigeno puro, pronto per un lancio dall’elicottero. L’ossigeno era indispensabile per non perdere conoscenza nel volo. Morire di ipossia durante il volo non era una delle cose piacevoli, l’ossigeno puro serviva a liberare i vasi sanguigni. La mente libera da ogni pensiero, libera dai dispiaceri e dal destino. Prima di ogni lancio tutti paracadutisti eseguono medesime operazioni per rilassare la mente e controllare e ricontrollare la propria attrezzatura. Non avendo un compagno che poteva controllare l’attrezzatura dell’agente, era obbligato a farlo da solo, sempre se non voleva rischiare un guasto e una morte certa.
- Snake, mancano trenta minuti. Ti avverto che con questa tempesta non puoi eseguire un lancio HALO, dovrò scendere fino alla superficie.- comunicò Otacon con il Codec. Il lancio HALO (High Altitude Low Opening) era la variante del classico lancio HAHO (High Altitude High Opening), il soggetto si lanciava da un altezza di circa otto mila metri e l’apertura del paracadute avveniva a ottocento metri dal suolo. L’altezza del velivolo permette ai radar nemici di individuarlo.
- Grazie per avermi avvertito adesso, dopo che mi sono preparato e controllato il paracadute e dopo una bombola di ossigeno. Non mi dirai che avrò le armi PSP?- domandò Snake con un certo sarcasmo e fastidio
- No, quello no. Avrai una pistola Mark 23, ormai sei abituato credo, e un fucile VSS-Vintorez. Tra gli accessori hai un visore termico, un visore notturno e il binocolo. Il tutto si trova nell’armadietto alla tua destra.
Snake si tolse il paracadute, la maschera d’ossigeno e apri l’armadietto metallico alla sua destra. In un zaino nero si trovavano i visori, il binocolo e il fucile da precisione mentre la pistola era infoderata e pronta per essere indossata. Controllo il fucile ripiegato dentro lo zaino, un VSS-Vintorez automatico di fabbricazione Russa, munito di un silenziatore. Le dimensioni ridotte, la velocità di fuoco e la sua silenziosità, rendevano questo piccolo gioiello il preferito dello Spetsnaz negli assalti urbani. L’unica pecca risiedeva nella sua gittata, che si fermava ai cinquecento metri. In Groenlandia era un arma perfetta a breve distanza, alla quale Snake doveva restare anche non volendo, visto che la visibilità non permetteva di più.
- Snake, ti ho inviato la mappa della base, la mappa ci è stata gentilmente data dall’informatore. Quindi non sperare di trovarci tutte le stanze, molte non saranno visibili forse. Insomma, non affidarti troppo a quella mappa.
- Bene, grazie dell’informazione. Quanto manca?- chiese l’agente
- Dieci minuti, preparati, starai completamente solo. Siamo fortunati che il Codec funziona con le frequenze più basse di quelle utilizzate dall’esercito, cosi possiamo comunicare liberamente.
- Di la verità, ti mancherò cosi tanto da farmi chiamare ogni cinque minuti?
- Non scherzare. Siamo fortunati a non essere sulle frequenze ELF, a meno che non abbiano dei rilevatori del Codec.
Snake non rispose, preferiva spendere gli ultimi dieci minuti a controllare le armi e le munizioni. La Heckler & Koch Mark 23 Socom era una pistola tedesca per l’eccellenza. Semiautomatica, calibro 45 con una capacità di caricatore di dodici colpi e con una gittata di cinquanta metri era una delle pistole più utilizzate, ed era la pistola che Solid conosceva bene. L’operazione sull’isola di Shadow Moses infatti, fu combattuta proprio con quella pistola, accompagnata con un FAMAS-F1.
L’elicottero atterrò in mezzo alla neve e riparti appena Snake scese sul suolo ghiacciato della Groenlandia. L’agente si trovava a un kilometro dalla montagna, ma un kilometro camminato nella neve che arriva alle ginocchia e con il vento che taglia il viso come una lama non rendeva questo kilometro lungo e difficile da percorrere. Il tempo che calcolato da Snake per percorrere il kilometro che lo separava dal monte era di due ore, forse poco meno. Secondo le coordinate, l’entrata nella base del Metal Gear era a quattrocento metri dai piedi del monte. Quindi valeva a dire, altre tre ore di marcia ininterrotta.
- Sono Snake, Otacon mi ricevi?- chiese Snake attraverso il Codec
- Forte e chiaro, rimarrò nei paraggi, tra quanto pensi di arrivare alla base?
- Calcolando la velocità con la quale mi sposto, credo tra cinque ore. Sempre se non ci saranno gli imprevisti. Fortuna che le nanomacchine funzionano ancora e tengono il mio corpo a temperatura ottimale. – disse Snake proseguendo per la neve
- Eh già, la tecnologia aiuta se utilizzata bene. Ah, quasi dimenticavo, appena arrivi alla base dovrai contattare il nostro informatore. La sua frequenza è 103.85.
- Messaggio ricevuto.
La tempesta di neve diventava sempre più lieve, fino a scomparire del tutto. Erano passate due ore da quando Solid era atterrato nelle fredde terre della Groenlandia e aveva raggiunto i piedi della montagna. Maestosa come un monte alto più di sei mila metri sa essere, il suo colore bianco lo faceva apparire più grande di ciò che era. Cercare a vuoto l’ingresso in quel muro bianco sarebbe stata un impresa inutile e richiedeva troppo tempo. Era il momento di accendere il Codec per visualizzare la mappa, ma nemmeno quello mostrava ancora niente. Era molto più in alto l’ingresso segnalato e quindi senza perdere un minuto l’agente iniziò la salita. La densità dell’aria mischiata al freddo faceva si che respirare era sempre più complicata, a peggiorare le cose era anche l’altezza che aumentava di continuo, ma Snake era abituato a queste condizioni atmosferiche grazie alla sua permanenza in Alaska.
Dopo due ore di salita ininterrotta, il Codec produsse il solito rumore simile a quello di un radar. L’entrata della base era a meno di quattrocento metri dall’agente, e questo significava che tra non molto egli avrebbe incontrato le prime guardie. Si mise la visione notturna e cliccò sulla modalità “Visione termica”, che grazie alle nuove modifiche fatte da Otacon, individuava i nemici ad una distanza superiore quasi il doppio di quelle in dotazione all’esercito degli Stati Uniti. Poi con cura montò il VSS e iniziò a dirigersi cautamente all’ingresso segnalato.
Percorso duecento metri apparve la prima guardia, seduto su un cumulo di neve era impegnato a leggere un libro, senza prestare troppa attenzione al suo lavoro di guardia. Per sorpassarla e dirigersi nuovamente verso l’ingresso ci voleva troppo tempo e il rischio d’essere individuato dalle altre guardie era troppo, la miglior soluzione era eliminare la guardia e travestirsi per penetrare indisturbato dentro la base. Sdraiato a terra, l’occhio destro puntato nel visore ottico del fucile, l’agente fece una veloce perlustrazione della zona, assicurandosi che non ci fossero altre guardie appostate in giro. Accertatosi d’essere solo lui e la guardia, caricò il caricatore con i proiettili 9x39mm SP-5 subsonici sviluppati appositamente per il VSS Vintorez. Ora che l’obbiettivo era sotto tiro Solid iniziò a regolare il respiro e aspettare il momento più adatto, anche se la distanza era nulla, lui voleva fare centro sicuro. Calibrato il respiro e preso bene la mira, partì il colpo, la punta in tungsteno raggiunse la guardia in meno di un secondo e si conficco in mezzo agli occhi facendo scorrere parecchio sangue mandando a pezzi metà testa. I proiettili SP-5 avevano la capacità di penetrare l’acciaio puro a cento metri, a cinquecento metri diventavano praticamente inutili vista la poca potenza del fucile. A duecento metri però la testa di un essere umano coperta con il classico elmetto militare diventava burro. Il grande vantaggio di un VSS era la canna completamente avvolta nel silenziatore, che quindi produce rumori minimi e comunque impercettibili all’aperto.
Avvicinatosi cautamente al soldato appena ucciso, l’agente prese i vestiti del soldato e se li mise addosso. Poi velocemente smonto il VSS e lo rimontò nel zainetto che mise sulle spalle. Dopo lo sguardo cadde sul libro che la guardia stava leggendo “Quartine” di Omar Khayyam, prese il libro e lo aprì leggendo un pezzettino “Non ricordare il giorno trascorso //e non perderti in lacrime sul domani che viene: //su passato e futuro non fare affidamento // vivi dell’oggi e non perdere al vento la vita.”.
- Una quartina perfetta per quest’occasione.- pensò Snake
Dopo aver nascosto il cadavere nella neve l’invasore iniziò la sua camminata verso l’ingresso, con il passo calmo e deciso, quasi si trovasse in una città e non nella base nemica. L’ingresso era praticamente invisibile visto che le porte erano camuffate dai pezzi della montagna. All’ingresso c’era un’altra guardia, che, vedendo Snake lo saluto con un cenno e aprì la porta.
- Più facile di quel che pensavo, ma è meglio non abbassare la guardia. Forse ci sono le camere di sorveglianza e se mi hanno visto, beh allora questa è una trappola e io ci sto cascando in pieno.- mille pensieri attraversarono la mente del serpente, ma nonostante la paura che questa sia una trappola era alta, continuò a camminare.
Si ritrovo in un lungo corridoio, con delle porte nei muri laterali. Il pavimento, costruito in gomma faceva sì che i passi dell’agente erano silenziosi come se egli stesse volando. L’odore era simile a quella di un ospedale, candeggina e altri detergenti erano cosi utilizzati che l’odore penetrava fin nel cervello e ci vollero alcuni minuti prima di abituarsi. Nel soffitto c’erano delle lampade, che emanavano una forte luce bianca prodotta dal gas nobile Xeno, che venendo a contatto con delle scariche elettriche produce la particolare luce bianca, simile a quella diurna. Man mano che l’agente proseguiva, la temperatura aumentava, fino a stabilizzarsi sui 25 °C. Arrivato in fondo al corridoio c’era un’altra porta, simile a quelle ai lati, ma con la scritta “F floor”. Quando Snake si avvicino alla porta essa si apri, rivelando una piccola città sotterranea al suo interno.
Osservato il Codec, l’infiltrato capì che si trovava in una base di proporzioni enormi, costruita su cinque piani, conteneva tutto ciò di cui i soldati avevano bisogno. Una casa, il campo d’addestramento, c’erano persino i bar. Insomma, una piccola città fatta apposta per i militari. Era inutile cercando di andare a vuoto alla ricerca dell’arma, aveva bisogno d’aiuto. Digitò, le coordinate nel Codec e chiamò il basista.
- Qui Snake, qualcuno mi riceve?
- Snake, ciao, aspettavo la tua chiamata. Mei ling mi ha avvisato che non ti saresti perso l’occasione per frugare in una base con un Metal Gear all’interno- disse il basista, la voce limpida e giovane facevano trasparire la sua giovane età, che confermo l’immagine apparsa sul piccolo schermo del Codec – Mi chiamo Brandon, lavoro su questa base da qualche anno ormai.
- Capisco, - lo interruppe l’agente – senti, mi sapresti dire dove si trova il Metal Gear? Cosi ce ne andremo più in fretta da qui.
- Se fosse cosi facile pensi che ti avremo chiamato? Le porte che portano al piano “A” sono tutte chiuse e a noi non è permesso entrarci.
- Come fai a sapere che c’è un Metal Gear su quel piano allora?
- Una volta siamo riusciti a passare con il nostro superiore. Lui dice che serve per uno scopo nobile, creare un mondo migliore. Tutte frottole, secondo me vuole imporre la propria supremazia grazie a quell’arma.
- Creare un mondo migliore eh? Sembra che Liquid avesse dei seguaci. – disse sarcastico Snake continuando a camminare attraverso la città. – Allora come ci arriveremo al piano “A”?
 
Top
0 replies since 4/9/2010, 01:26   10 views
  Share