NAPOLITANO: CRISI NON FINITA. TREMONTI, MONITO A BANCHE, ANSA.it

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Eugenio Enea
icon12  view post Posted on 5/9/2009, 19:57




CERNOBBIO (COMO) - La crisi, anche se il Fondo monetario internazionale vede la ripresa piu' vicina, non e' finita; e i prossimi mesi potrebbero essere drammatici sul fronte dell'occupazione. E' il monito che lancia il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - all'indomani dell'incontro con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel quale il Colle ha ripetuto l'invito a ''moderare i toni'' del dibattito politico - dal workshop Ambrosetti, aggiungendo l'appello affinche' anche a livello europeo ci si attrezzi per affrontare un autunno che potrebbe essere caldo sul fronte del lavoro.
Non ha usato mezzi termini il capo dello Stato per descrivere la situazione attuale, alla luce anche dei dati sulla disoccupazione degli Stati Uniti che ha toccato la cifra record del 9,7%: ''La crisi non e' finita ed e' destinata a provocare serie conseguenze sul mercato del lavoro nei prossimi mesi''.
Per superarla, alla luce delle indicazioni del Fondo Monetario Internazionale, secondo il quale la ripresa sara' fragile, per Napolitano deve essere centrale il ruolo dell'Europa che ''ha fatto la sua parte'', ma che ora deve impegnarsi, in vista del G20 di Pittsburgh, sui temi di un nuovo quadro di regole per il settore finanziario per ''bloccare il rischio di un ritorno a pratiche che hanno comportato e causato la crisi finanziaria''.

Napolitano si e' detto d'accordo con Angela Merkel, Gordon Brown e Nicolas Sarkozy che in una lettera al presidente di turno del Consiglio europeo hanno sottolineato i risultati ottenuti con i piani di rilancio, ma non ha potuto non sottolineare i limiti politici e istituzionali dell'Europa che ''hanno impedito di andare al di la' della concertazione e della condivisione di indirizzi da per seguire poi paese per paese''. E' quindi necessaria un'Europa forte: ''I paesi europei che gia' fanno parte del Fmi - e' la sollecitazione di Napolitano - dovrebbero affrontare il problema di accrescere il loro peso e la loro influenza unificando le quote di cui dispongono in quell'istituzione''.
Serve inoltre un'Unione europea con istituzioni piu' solide. ''Non e' un lusso - ha spiegato il presidente della Repubblica - parlare di istituzioni perche' le loro insufficienze limitano gravemente la capacita' dell'Europa di agire unita e far sentire tutto il suo peso sulla scena mondiale''.

E' a questo proposito che ha sottolineato il suo apprezzamento alle parole del presidente Jose' Manuela Durao Barroso, che ha parlato della Commissione e del Parlamento europei come ''istituzioni di eccellenza''.

Napolitano si e' detto convinto che i grandi temi non possano essere affrontati dai singoli paesi in modo efficiente. Uno dei questi e', per esempio, l'immigrazione per la quale occorre ''superare la soglia di chiusura nazionale e le spinte centrifughe. Si tratta di esprimere piu' volonta' politica, piu'
disponibilita' alla ricerca paziente di validi punti di incontro''.

TREMONTI: NO A BANCHE PIU' GRANDI DEI GOVERNI
(dell'inviato Andrea D'Ortenzio)
LONDRA - Il ministro dell'economia Giulio Tremonti difende l'azione del governo in difesa del lavoro, dove ha destinato rilevanti fondi, ma chiede alle banche, che ricoprono "una funzione pubblica", di fare la propria parte e ribadisce come dal vertice del G20 finanziario di Londra arrivi, attraverso il dibattito sui bonus dei banchieri, il messaggio che "non è possibile che le banche comandino sui governi e sulla politica".

Tremonti spiega come l'Europa abbia deciso che la "strategia per l'exit strategy deve essere organica e comune nella stessa maniera in cui sono stati decisi i piani di stimolo" a ottobre-novembre dello scorso anno. Il ministro insiste poi sulle banche: "non ha senso - dice - che le banche siano più grandi dei governi stessi, tanto che poi quando hanno problemi questi diventano anche problemi dei governi. Le banche devono essere al servizio della gente, non la gente al servizio delle banche". Il ministro dell'Economia ricorda così che il governo "si è concentrato sul lavoro e - dice - l'abbiamo fatto concentrando sugli ammortizzatori la quantità più alta possibile di fondi. Oggi, considerando anche i dati sulla cassa integrazione che sta rallentando, noi possiamo dire di avere in cascina una quantità enorme di fondi, assolutamente sufficienti".

E qui Tremonti rinfocola la polemica con le banche italiane: "quando si parla di lavoro, ci sono due persone che devono mettere i soldi, il governo e le banche. Il governo ha fatto la sua parte, le banche ancora no sul finanziamento alle imprese. Noi abbiamo usato tutti gli strumenti possibili, ma ci sembra che il ragionamento sia che la banca è al servizio degli azionisti, ma non dei cittadini". Tremonti ricorda quindi come i bond che portano il suo nome, per i quali le banche italiane non sembrano più essere interessate, "non sono stati imposti dal governo ma chiesti dalle stesse banche" e, a chi si lamenta degli alti costi, rammenta "che sono strumenti di patrimonio e non di debito".

A questo va aggiunto che si tratta di strumenti pensati per le imprese, non per le banche. Infine la stoccata su Basilea II che molti chiedono di modificare: "Chi ha detto che Basilea II era un inganno? - si chiede - io ho sostenuto che era la follia del secolo. L'hanno voluta fare e ora chi la vuole modificare è chi l'aveva fatta".
 
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